Moringa oleifera: Proprietà e Uso

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Moringa Oleifera: a cosa Serve? Quali sono le sue Proprietà e il suo impiego come Pianta Medicinale?

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Moringa oleifera: come “l’albero della vita”: Una pianta dalle molteplici potenzialità

Dai semi di Moringa oleifera si ricava un olio dalla composizione chimica simile a quello di oliva, utilizzato come alimento, nella cosmesi e nell’industria, e anche le foglie sono ricche di interessanti principi attivi. Una pianta che secondo la medicina ayurvedica previene circa 300 malattie, oggi oggetto di studio per le singolari proprietà biologiche, che ne permettono l’applicazione perfino nella purificazione di acque e liquidi torbidi.

Moringa oleifera Lam. è una pianta arborea della zona tropicale, considerata una delle più nutritive al mondo perché ricca di ben 92 nutrienti, tra cui antiossidanti, proteine, sali minerali e vitamine, e per questo viene chiamato albero “miracoloso”. L’albero è originario della zona sub-Himalayana che spazia dal Pakistan e Afghanistan, fino alla regione occidentale dell’India e al Bangladesh. Oggi Moringa oleifera è diffusa e cresce spontaneamente in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale di tutto il pianeta; è coltivata in Africa (Ghana, Senegal, Malawi), Asia (Filippine, Thailandia), America Latina (Nicaragua, Bolivia), Caraibi, Florida e Isole Pacifiche (Fiji). Il nome Moringa proviene da Murungai in lingua Tamil, in inglese viene chiamata “drumstick tree” per la forma dei baccelli o “horseradish tree” per il sapore pungente della radice, somigliante al rafano, o anche “Ben-oil tree” per i componenti dell’olio dei semi (Ramachandran et al. 1980).

Caratteristiche botaniche
Moringa oleifera fa parte della famiglia Moringaceae, diviso nell’unico genere Moringa con 13 specie. Moringa oleifera è un albero sempreverde di crescita veloce con una chioma ombrelliforme, che può arrivare fino a 7-10 metri. Le foglie composte, con foglioline ovali pennate, opposte, impari, crescono alla punta dei rami, la pagina inferiore ha una colorazione verde più chiara della superiore. I fiori hanno petali bianchi, profumati, macchiati di giallo alla base, e formano delle pannocchie ascellari. I frutti sono dei grandi baccelli a sezione triangolare, lunghi 20-60 cm. Ogni baccello contiene 12-35 semi rotondi circondati da un involucro semipermeabile di colore marrone, con 3 ali laterali bianche a 120° che aiutano nella disseminazione (fig.1). La produzione annuale dei semi è abbastanza alta, 15.000-25.000/albero, circa 30 tonnellate/ha. Il legno del fusto è spugnoso e morbido, quindi inutile per la produzione di utensili o per l’edilizia. In condizioni di siccità la pianta può trasformare il fusto in un organo di accumulo di acqua o sostanze nutritive, assumendo una forma rigonfia a bottiglia. Le radici tuberose crescono estese (Ramachandran et al. 1980).

Costituenti nutrizionali e altri metaboliti
Foglie, baccelli e semi della Moringa contengono un’elevata quantità di metaboliti primari: zuccheri semplici, amido, grassi, proteine e vitamine; i baccelli presentano una elevata quantità di proteine, mentre nel fusto predominano gli zuccheri. Le foglie contengono elevate quantità sia di metaboliti primari che secondari (Sharma et al. 2010).
I semi sono oleaginosi e l’olio rappresenta circa 40% del loro peso fresco. La composizione dell’olio di Moringa somiglia a quella dell’olio d’oliva, infatti l’acido oleico è il maggiore acido grasso insaturo presente, in quantità del 65-73%, una percentuale abbastanza alta rispetto ai comuni oli vegetali, che ne contengono circa 40%. Altri acidi grassi saturi presenti sono l’acido palmitico (5-9%), acido stearico (5-7%), acido benico (6-9%). L’olio contiene inoltre fitosteroli, tra cui b-sitosterolo e stigmasterolo, e tocoferolo (vitamina E) che lo rendono stabile nel tempo. L’olio è limpido, dolce, senza odore e non irrancidisce; trova impiego come alimento, come olio industriale e nell’industria cosmetica. Le foglie rappresentano il maggiore organo di accumulo delle proteine, caratterizzate dall’elevata presenza degli otto aminoacidi essenziali che l’organismo umano non è capace di produrre. Un dato straordinario per un vegetale è la quantità di proteine presenti (27-29%), che supera 2 volte quella del latte, mentre i legumi ne contengono il 18-25% e i cereali circa il 10% (Foidl et al. 2001; Sharma et al., 2010; Dhakar et al., 2011). La pianta è inoltre ricca di vitamine e minerali, presenti soprattutto nelle foglie e nei baccelli.
Nelle radici i metaboliti più importanti sono due alcaloidi chiamati moringina e moringinina (quest’ultima è stata identificata per la prima volta nel 1935 come una benzilammina), ma sono presenti anche il dipeptide aurantiamide acetato e la glucomoringina.

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Usi e proprietà di Moringa oleifera

La storia di Moringa oleifera è documentata fin dai tempi antichi: in Egitto il suo olio era utilizzato nelle creme e profumi; in India le foglie e i frutti erano usati per la cura della pelle, mentre i frutti erano considerati un alimento altamente energetico; per la medicina tradizionale ayurvedica la pianta previene circa 300 malattie. Numerosi metaboliti secondari sono presenti nei diversi organi della pianta, tra cui nelle foglie e nei semi spiccano i glucosinolati legati a uno zucchero (il ramnosio), tra cui la glucomoringina [4-(a-L-ramnopiranosil-oxi) benzil glucosinolato], il 4-(4-O-a-L-ramnopiranosil-oxi) benzil isotiocianato, la glicoside niazirina, e la pterygospermina. Questo composto si dissocia in due molecole di benzil isotiocianato, ed è conosciuto fin dagli anni 1950 per la sua azione antimicrobica. I semi contengono inoltre numerosi fitati (depositi di fosforo). Nelle foglie si ritrovano tannini, saponine, fitati, flavonoidi (tra cui quercetina e kaempferolo in maggiori quantità), acidi fenolici (acido clorogenico, acido gallico e acido ferulico), glicosidi nitrilici, niazirina e niazirinina. I fiori presentano aminoacidi, cere, quercetina e kaempferolo, potassio e calcio. (Anwar et al., 2007; Bennett et al., 2003; Mbikay, 2012; Fahey, 2005).

Uso fitoterapico di Moringa oleifera
Secondo le tradizioni popolari diffuse nel mondo Moringa oleifera è usata per vari disturbi tra cui infezioni, bronchite, catarro, mal di gola, anemia, dissenteria, colite, reumatismo, mal di testa e per la sua azione colagoga e galattagoga (Anwar et al., 2007, Fahey, 2005). Moringa oleifera è usata per le sua attività antinfiammatoria e antiossidante. Alcune di queste attività sono state accertate: l’attività antibiotica è dovuta alla presenza di pterigospermina. Durante gli ultimi anni è stato scoperto che Helicobacter pylori, che causa la gastrite e l’ulcera gastrica, è suscettibile agli isotiocianati (Fahey, 2005); la proprietà antiglicemica è dovuta alla presenza sinergica di acido clorogenico, quercetina, moringinina e niazirina (Mbikay, 2012). L’olio ricco di acidi grassi monoinsaturi può diminuire il rischio di malattie cardiovascolari, e anche la presenza di tiocarbammati e isotiocianati così come dell’alcaloide moringinina e dei glucosinolati inducono un’azione ipotensiva attraverso un effetto di calcio-antagonista (Anwar et al., 2007, Mbikay, 2012); Altri composti antiossidanti presenti nella Moringa sono le vitamine tra cui la vitamina E, che protegge le membrane cellulari dai metalli e tossine e aiuta a prevenire l’ossidazione del colesterolo LDL (Mbikay, 2012).

Uso alimentare
La pianta viene utilizzata nell’alimentazione umana e animale per gli altissimi valori nutritivi delle foglie e dei semi: le proteine, minerali, acidi grassi sono facilmente biodisponibili e non vengono alterati dalla cottura, dall’essicazione o dallo stoccaggio (Fig.4). Le foglie sono usate nelle minestre o lessate come gli spinaci. Le giovani foglie e i fiori possono essere mangiati anche crudi come insalata; dai fiori si preparano delle bevande come tè e tisane. I baccelli acerbi, ancora verdi, sono cucinati allo stesso modo dei fagiolini. Per il consumo dei semi è necessario eliminare l’involucro esterno amaro, previa bollitura in acqua. I semi, se arrostiti, assumono un sapore da arachide, possono anche essere macinati e usati per insaporire le pietanze. L’olio vegetale spremuto dai semi è utilizzato per l’elevato contenuto di acido oleico. Una salsa piccante viene ottenuta dalle radici cotte nell’aceto. La linfa ottenuta dal tronco può essere usata come addensante delle salse (Foidl et al., 2001).

Uso cosmetico
L’industria cosmetica usa l’olio di Moringa per la sua capacità di fissare fragranze nei profumi e per aumentare la spalmabilità degli oli dopo l’aggiunta di antiossidanti (tocoferoli) o di pigmenti (ossido di ferro monoidrato). L’olio viene introdotto nelle creme per proteggere la pelle dagli agenti esterni e dall’invecchiamento, e nei prodotti per capelli per la sua capacità condizionante e rafforzante (Fahey, 2005; Foidl et al., 2001).

Altri usi di Moringa oleifera
Un’interessante scoperta è stata la capacità dei semi di purificare in maniera veloce ed economica acque o liquidi torbidi, oli vegetali, bevande. Dopo la spremitura, le crocchette dei semi hanno un contenuto alto di proteine e alcune (circa 1%) sono poli-elettroliti cationici attivi che possono neutralizzare, tramite la flocculazione, i colloidi di fango e di sporcizia aventi una carica negativa, che possono essere presenti nei liquidi torbidi. A livello casalingo un seme viene macinato con poca acqua (1 litro per un seme), si passa la soluzione omogenea ottenuta in un setaccio a maglia fine e il filtrato viene aggiunto al liquido da purificare mantenendolo per circa mezz’ora con una leggera agitazione. Dopo aver lasciato il tutto per circa un’ora, si ottiene il liquido purificato. Un’ultima proprietà è quella degli estratti fogliari, che agiscono come fitoregolatori di crescita: Moringa oleifera sintetizza dei metaboliti del tipo citochinine-simili. Alcuni studi hanno dimostrato che l’estratto fogliare somministrato sui campi coltivati stimola la crescita, le piante diventano più solide e più resistenti alle malattie e insetti, e aumentano la produzione sviluppando dei frutti più grandi (Foidl et al., 2001).

Da: Natural 1 (Laura Pistelli, Seja Moilanen, Luisa Pistelli)

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